È vero, ovviamente, però è doveroso ricordare che gli Usa non hanno combattuto e vinto da soli. Tutti coloro che hanno combattuto contro il nazifascismo hanno dato il proprio contributo. Non tutti subito, perché in Spagna, dal 1936 al 1939, la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti assunsero la posizione di Ponzio Pilato, se non peggio. A Londra e Washington consideravano Mussolini un grande statista (Time gli dedicava le sue copertine e altri gli scrivevano lettere amorose). Non era un segreto per nessuno l’auspicio che Hitler attaccasse ad est e non ad ovest.
La liberazione dai nazifascisti (tedeschi, italiani, finlandesi, croati, rumeni, ungheresi, slovacchi) di Stalingrado, Leningrado (assedio di tre anni che costò 900.000 civili morti), Varsavia, Auschwitz, Praga, Bratislava, Budapest, Vienna e Berlino, ha richiesto il sangue di più di 20 milioni di sovietici. Solo nella battaglia di Berlino i caduti dell’Armata rossa furono 80.000.
L’invasione dell’Unione Sovietica, l’operazione Barbarossa, è considerata la più grande operazione militare della storia. Il “fronte orientale” fu il più grande teatro di operazioni della IIGM. Sul fronte orientale combatterono e morirono più persone che in tutte le altre campagne della IIGM messe insieme. I combattimenti e le perdite della Germania nazista sul fronte orientale la resero vulnerabile alle invasioni anglo-americane in Italia e Francia, determinandone la totale sconfitta.