martedì 13 giugno 2017

Non porta voti, ne toglie!



Anch’io, come David "Noodles" Aaronsonin in C'era una volta in America, alla sera vado a letto presto. Perciò, ieri sera, ho seguito solo per pochi minuti il refrain dell’on. Pierluigi Bersani sull’incombere della “destra” (la mucca in corridoio). Quando mai, chiedo all’onesto Bersani, la destra non ha governato in Italia? Un solo esempio, per favore. Forse all’epoca delle famose “lenzuolate”? Nell’epoca dei bonus a pioggia? Quando si è fatta una politica economica e sociale di sinistra in questo paese? Quando Bersani e i suoi compari votavano come un sol uomo la legge Monti-Fornero sulla previdenza? Per salvare l’Italia dal baratro, certo. Oppure quando votavano l’abolizione dell’art. 18? Quale maggioranza parlamentare votava l’estensione dei vàucer a cani e porci? Dov’eravate quando la mucca razzolava in corridoio?

Propongo una misura socialdemocratica da inserire nel programma elettorale. Così blandamente socialdemocratica che nemmeno i partiti conservatori europei vi si oppongono. Una misura così blandamente socialdemocratica che il signor Grillo, il rivoluzionario, si guarda bene dal farla propria (patrimonio cospicuo e famiglia numerosa). Né è mai venuta in luce a Casaleggio fu Gianroberto.




Si tratterebbe di dare attuazione a una norma della Costituzione dal sapore bolscevico, laddove all’art. 53 parla di “progressività” di tasse ed imposte. Segnatamente mi riferisco alle imposte su successioni, donazioni, polizze vita ed affini. Attualmente, per coniuge e figli, l’imposta di successione è prevista un’aliquota fissa del 4 per cento, con franchigia di 1.000.000 di euro. L’aliquota del 4 per cento è semplicemente ridicola. Soprattutto perché fissa. Che un tizio erediti poco più di 1.000.000 di euro o un miliardo, l’aliquota resta la stessa. Solo in caso si tratti di  parenti sino al 4° grado (zii, nipoti, cugini, suoceri e cognati) l’aliquota fissata è il 6%, per gli altri soggetti si applica l’aliquota del’8%. Un insulto se si pensa che l’Iva sull’acqua, gas ed elettricità è al 10 per cento.

Per le donazioni l’imposta è uguale aa quella successoria, però sugli immobili quali la prima casa si paga solo un’imposta di trascrizione (168 euro) e una catastale di 200 euro. Sia che si tratti di un appartamento periferico o di un casale in cima a una collina. Nel caso di immobili diversi dalla prima casa l’imposta di trascrizione è pari all’1% e quella catastale il 2%. Il tutto ovviamente con una franchigia di 1.000.000 di euro per coniuge e figli e di 100.000 per fratelli e sorelle.

Si potrebbe omogeneizzare la nostra legislazione in materia con quella tedesca (l’imposta è progressiva e varia dal 7 al 50 per cento), francese (progressiva: dal 5 al 45% per coniuge e figli, fratelli dal 35 al 45%, altri dal 55 al 60%), Spagna (dal 34 all’80%), inglese (franchigia di 325mila sterline e poi imposta fissa del 40%), ecc.. A scelta, basta fotocopiare. Naturalmente nella riformata tassazione sulle successioni dovrebbero rientrare anche tutti i tipi di obbligazioni (quindi pure i titoli di Stato), così come avviene già per le donazioni.

Questa sarebbe, ripeto, una misura blandamente socialdemocratica, in accordo con l’art. 53 della Costituzione. Si tratta di una riforma a costo zero che per l’esangue erario sarebbe come una manna. Una riforma che richiede solo la modificazione delle attuali aliquote rendendole progressive in base al patrimonio, una riforma alla quale recentemente e incidentalmente ha accennato anche il sen. Mario Monti, il quale evidentemente, per proporla, deve aver già sistemato gli affarucci suoi.


Si tratta di una misura blandamente socialdemocratica che non porta voti, ne toglie!!!

1 commento:

  1. chi non parla di tasse di successione perché tolgono voti, sono recessive, non è il momento, tutte cazzate: è semplicemente contro la democrazia. E' l'Italia.

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