lunedì 6 febbraio 2017

Quel vecchio porco di Henry



Com'è ormai noto anche a chi non è uso ai cruciverba di Bartezzaghi, le Senkaku sono quelle isolette disabitate oggetto della disputa tra Giappone e Cina (isole Diaoyu). Tuttavia quelle isolette non sono oggetto di rivendicazione solo da parte dalla Repubblica Popolare Cinese, ma anche da parte della Repubblica di Cina, ossia Formosa, l'attuale Taiwan (come se gli indipendentisti corsi, strappata un’eventuale indipendenza, chiamassero Repubblica di Francia la Corsica. Non serve essere sciovinisti come dei francesi per incazzarsi).

Ad ogni modo a Taiwan quelle isole sono note come Diaoyutai, e si trovano più vicine a Taipei che a Okinawa, e come le vicine isole Miyaco (dove si parla una delle tante lingue ryukyuane, cioè nipponiche), fanno parte della prefettura di Okinawa. La differenza tra le isole Miyaco e le Senkaku/Diaoyu/Diaoyutai è data dal fatto che queste ultime sono disabitate. E però queste cinque isolette disabitate e tre scogli sono appartenute fino al 1885 alla Cina, quando, a seguito della sconfitta cinese nella prima guerra sino-giapponese (1894-1895) e al conseguente Trattato di Shimonoseki, Formosa ed altre isole vicine passarono sotto la sovranità dell'Impero giapponese.

Tuttavia, come dichiara ancor oggi il governo di Tokio, le isole Senkaku non erano parte di Formosa, ceduta al Giappone dalla dinastia Qing secondo l'articolo II del Trattato del 1895. E però con l’approvazione del governo Meiji, nel 1896 le isole furono affittate a un giapponese, un certo Koga Tatsushiro (1856-1918), che stabilì degli impianti per varie lavorazioni. Il figlio di questi continuò l’attività del padre fino al 1945. Nel dopoguerra e fino al 1972 le isolette furono sotto controllo Usa, poi l’amministrazione fu esercitata dal Giappone.




Sennonché s’è scoperto che queste isolette non sono solo ricche di guano che nessuno raccoglie più. Nel maggio 1969 un rapporto delle Nazioni Unite rivelò che vi è una grande riserva di petrolio e gas nei fondali marini in prossimità delle isole. Bei tempi quelli nei quali ci si contendevano gli escrementi d’uccello.

Si può pensare non vi siano abbastanza cinesi e nipponici disposti a farsi massacrare per le isolette Senkaku/ Diaoyu, dando luogo a un conflitto non solo regionale? Circa ottanta anni or sono circolava un’altra domanda: mourir pour Dantzig? L’idiozia dei vincitori della prima guerra mondiale e quella dei governi polacchi crearono le migliori condizioni per una nuova guerra. Hitler non fu il frutto del caso, anche se fu casuale che non si chiamasse Schicklgruber come suo padre.

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Il libro bianco della Difesa giapponese, pubblicato la prima volta nel 2008, ha sempre espresso "preoccupazione" per l’atteggiamento militare della Cina, mettendo in luce le preoccupazioni per i "piani di espansione delle sue attività marittime" nel Pacifico e Mar Cinese Meridionale. La Cina, dal canto suo, replica che le sue attività navali sono in gran parte la risposta alle azioni provocatorie degli Stati Uniti e dei suoi alleati, incluse le esercitazioni comuni, in acque che sono strategicamente sensibili per Pechino.

Donald Trump in campagna elettorale aveva ripetutamente accusato il Giappone e la Corea del Sud  di non contribuire abbastanza per le spese di mantenimento delle basi USA e aveva minacciato di rivedere gli accordi di difesa esistenti. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, James Mattis, in visita in Giappone e Corea del Sud, ha ribadito il sostegno di Washington e l'alleanza con il Giappone, e ha espressamente dichiarato che il trattato di sicurezza USA-Giappone si applica anche per quanto riguarda la disputa sulle Senkaku/Diaoyu. Le osservazioni di Mattis erano esattamente ciò che Tokyo voleva sentirsi dire.

Ciò ha provocato una reazione ostile da parte cinese, e il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang, ha affermando che le dichiarazioni di Mattis sono “un prodotto della guerra fredda, che mettono in pericolo la sovranità territoriale della Cina e dei suoi legittimi diritti”. Lu ha esortato “gli Stati Uniti ad assumere un atteggiamento responsabile, e smettere di fare osservazioni sbagliate sulla questione che coinvolge la sovranità delle isole Diaoyu, portando instabilità nella situazione regionale”.


Come ho scritto varie volte negli anni scorsi, gli Usa hanno la necessità di non avere la Russia come nemica per avere le mani libere nei rapporti con la Cina. Nelle ultime elezioni presidenziali ha perso la linea opposta, Obama-Clinton, legata a doppio filo a certi interessi. Ecco dunque la posizione di Trump riguardo alla Nato e alla Russia (che resta comunque un competitore), e l’aver riesumato Henry Kissinger, il miglior esperto americano di diplomazia del XX secolo. Chi ha letto Diplomazia della restaurazione, ha goduto un gran libro, forse il migliore e il più profondo dei suoi.

2 commenti:

  1. Le tue indicazioni bibliografiche sono di solito eccellenti. Quella di Raimondo Luraghi, per esempio.

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