giovedì 29 ottobre 2015

Grandi consumatori di carne viva e morta


Un esempio concreto di quanto possa influire la comunicazione mediatica sui comportamenti sociali si può avere davanti ai banchi di salumi e formaggi in questi giorni. Quella gente che ha vissuto di prosciutto cotto e mortadella rumena, consumati quasi giornalmente, immagino stia tremando come canna al vento. Almeno per qualche giorno, poi riprenderà i suoi abituali consumi dopo aver ascoltato qualche “autorevole” rassicurazione televisiva.

Di solito c’è folla davanti a quel banco del supermercato e invece vi ho trovato solo quattro clienti. Tre hanno acquistato formaggi e l’altro della fesa di tacchino. Non credo sia casuale questo tipo di spesa. Alessandro mi ha sorriso, complice, quando gli ho chiesto due etti di San Daniele affettati bene. E in quei momenti il mio pensiero è andato, inevitabilmente, al dichiarato rischio di cancro allo stomaco per chi consuma insaccati.



Ho pensato a Napoleone, morto di cancro allo stomaco. Anche suo fratello Luciano soccombette prematuramente per lo stesso malanno. Quello stesso Luciano che il 19 brumaio 1799 evitò, quale presidente del Consiglio dei Cinquecento,  che suo fratello venisse dichiarato hors-la-loi, ossia fuorilegge. Hors-la-loi fu il grido che già all’epoca della Convenzione, se ratificato dall’assemblea, significava il taglio della testa. Nemmeno Rebespierre, nonostante disponesse di truppe fedeli, una volta messo fuori legge, riuscì a salvarsi.

E, se non sbaglio, pure la sorella Elisa defunse per motivi analoghi. Del resto il padre stesso di Napoleone, Carlo, morì nemmeno quarantenne di cancro allo stomaco, secondo il processo verbale dell’autopsia praticata dai medici di Montpellier. Ciò potrebbe far pensare a qualcosa di genetico, di ereditario. Anche uno zio di Napoleone, però fratellastro della madre, morì di cancro allo stomaco. Quale fosse l'eziologia, si può osservare che i membri del clan Bonaparte furono grandi consumatori di carne, viva o morta che fosse.

Quello stesso zio di Napoleone fu personaggio assai importante e influente. Joseph Fesch, come molti altri personaggi famosi della Rivoluzione e poi dell’Impero, fu dapprima un ecclesiastico, poi, sotto l’incalzare della Rivoluzione, si spretò. Quando il nipote assunse il comando dell’armata d’Italia, Fesch assunse la carica di intendente, ciò che gli consentì di incominciare ad arricchirsi con gli approvvigionamenti. Del resto tutto il clan Bonaparte era composto di pirati, ladri e “prostitute pubbliche”, secondo la definizione di Barras.

Fesch, dopo il concordato del 1801 con Pio VII, ottenne di rientrare nella Chiesa cattolica (era stato anche protestante!), divenne vescovo e poi cardinale, Gran Cappellano dell'Impero di Francia, quindi ambasciatore francese a Roma (avendo come segretario d'ambasciata nientemeno che Chateaubriand), nonché conte e senatore francese. Insomma un personaggio di spicco anche se ora poco noto al grande pubblico.

Joseph Fesch fu il più grande collezionista di dipinti della sua epoca, e anzi probabilmente di ogni epoca. Abitava a palazzo Falconieri, in via Giulia, ma anche di palazzo Ricci, sulla stessa strada romana, fu proprietario. Una delle sue raccolte più importanti fu quella dei primitivi a fondo oro, del Tre-Quattrocento, che Fesch acquistò a basso prezzo. Possedeva diverse migliaia di dipinti, tra i quali un San Gerolamo di Leonardo e altri quadri della sua scuola, quindi dei Bronzino, Carracci, Luini, Tintoretto, Salvator Rosa, Van Dyck, Rubens, Poussin e Lorrain, Leseur, Watteau. Inevitabilmente tra le migliaia di tele vi erano anche dei falsi e non poche croste (le ho potute vedere in un reportage di Passepartout, condotto da Ph. Daverio).


I suoi venali eredi vendettero gran parte delle opere di maggior valore artistico.

1 commento:

  1. Non mangio carne da molti anni. Ho quasi eliminato anche uova e formaggi. Non sono un fondamentalista nel senso che se mi capita la mozzarella sulla pizza o tracce di prosciutto nel panino non indosso il cilicio e non tento il suicidio. Non lo faccio per la salute ma per una scelta etica dal momento che amo gli animali e non potrei mai nutrirmi della loro carne.
    Legumi ogni giorno pane (quando posso fatto in casa con farina macinata a pietra e con lievito madre) pizza frutta frutta secca centrifugato di frutta sedano carote limoni mele etc. Melanzane e peperoni friarielli (broccoli) e tutte le verdure ed insalate possibili. Funghi. Almeno 2 limoni al giorno. Vino ed olio di grande qualità. La fantasia non manca. I miei peccati sono il parmigiano e qualche volta la mozzarella. Ma accade di rado che ne mangi. Carne mai. Ciao

    RispondiElimina