giovedì 23 luglio 2015

Il cabarettista



Un foglio che non può essere preso sul serio, effigia, in chiave promozionale, Slavoj Zizek nientemeno come un “filosofo marxista”. Posto che non esiste al mondo un “filosofo” marxista, sarebbe curioso sapere che cosa c’entri Zizek con il marxismo. Quella di Zizek è un’ideologia contemplativa, la sua presunta critica “anticapitalista” un surrogato assai degradato di ciò che è il marxismo. Questo filosofo, di tendenza carrierista, non ha nulla a che fare con la critica reale del modo di produzione capitalistico, prova ne sia il fatto stesso che si prende cura di contestare la cosiddetta curva di Laffer, come se le contraddizioni in cui si dibatte questo sistema dipendessero dal livello di tassazione di profitti e rendite. E anche come outsider del pensiero borghese non ha nulla da offrire al marxismo posto che intrallazza con la psicoanalisi lacaniana. In fin dei conti è uno dei migliori cabarettisti del capitalismo, un cavallino docile con il quale la stampa reazionaria può giostrare come vuole etichettandolo come "marxista". Del resto è sforzo vano far intendere alle teste di rapa che essere anticapitalisti e stalinisti non significa essere marxisti, e che i marxisti non intrattengono rapporti di qualsiasi natura con il potere.

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