sabato 25 ottobre 2014

Il fascismo è monocromo


Quale che sia il giudizio che si possa dare sull’origine, la consistenza e la coerenza della cultura politica e della cultura in generale di questa gente, o dei loro interessi particolari, l’alienazione che tale cultura impone consiste nel far ritenere a questi apparatčiki, dal loro Olimpo di classe dirigente, di essere diversi dalle anime comuni, di essere posti troppo in alto nella scala dei poteri, veri o anche solo presunti, come se anche loro non fossero dei poveri.

Essi possono vantare un’illusoria partecipazione personale al settore dominante della società attraverso il possesso di una o più specializzazioni culturali, esibite negli attestati di prestigiose università e di master assai costosi. Vi è in questo un’evidente volontà di ripararsi dietro ad una formazione di pensiero, ad una concezione del mondo che è il punto di vista della totalità borghese, fondata sulla separazione, sul ripudio di venire in rapporto con quella gente comune della quale, come sempre per sommo paradosso, essi dicono di essere in contatto, di farsene interpreti e di esserne senz'altro i portavoce.


Questi politicanti da riporto, questi burattini ruffiani, sono sempre pronti a porti di fronte al fatto che la vita della gente non ha cambiato di senso, che non mutano le ambizioni consumistiche e che esse possono trovare soddisfazione solo nel sistema che le lusinga e in parte le appaga. Questa è la fatalità della vita quotidiana, destinata a restare reazionaria, imposta dal mercato, dall’allontanamento da una certa alienazione per lanciarsi in un’altra e poi ancora. E ci viene detto che la nostra unica responsabilità deve essere quella di lasciare tutte le responsabilità a loro, con fiducia nelle magnifiche sorti e progressive del sistema che migliore non c’è.


È il fascismo, in nuove forme ma sempre dello stesso colore. Come succede sempre in questi casi, il pensiero reazionario, nelle tribune così come nei suoi commenti a margine, vuole mostrare l’intelligente conseguenza del suo pragmatismo, prodigo di risposte convincenti a scoprire tetre ed estreme soddisfazioni. Un pensiero fattosi convinto che le leggi del movimento storico siano quelle del cinismo adatto agli affari, che siano quegli stessi fenomeni che essi scambiano per cause a governare il mondo, da sempre. Pensano alle crisi come a delle increspature, e soprattutto che siano tutte uguali, regolabili sulla distanza. Credono di saperne abbastanza, e invece il loro destino è quello di non capire nulla nel buio dei loro laboriosissimi garage.

3 commenti:

  1. Effettivamente, guardandole in prospettiva, la leopolda e similari, emanano la stessa aria che emanava la repubblica di salò. Ciao, una buona giornata, gianni

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    1. più che Salò direi la fondazione dei fasci presso la sede del Circolo per gli Interessi Industriali, Commerciali e Agricoli della provincia di Milano

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    2. Forse mi sbaglio, ma, considerata la situazione, faccio fatica a credere che possano avere davanti a loro un ventennio.

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