lunedì 12 maggio 2014

Razze


Sovente, quando s'approcciano delle biografie, capita d’imbattersi in frasi di questo tipo:

“Nato/a da una famiglia alto borghese, crebbe in un ambiente d’alta cultura, in una casa frequentata da …..”.

E qui comincia la teoria di nomi aulici frequentatori di palazzi in cui nacquero e crebbero molti dei protagonisti dello scibile, dell’arte, della politica, dell’economia, polemisti e giornalisti, burosauri e prelati. Lo sappiamo bene, è sempre lo stesso intreccio di vite, di nomi e carriere.

C’è da chiedersi se questi protagonisti chiarissimi e illustrissimi, passando da una maison ad un’altra, da un boudoir a un cenacolo, trovavano poi il tempo e la voglia  per occuparsi delle loro attività erudite e delle loro professioni d’ingegno.

Ad ogni modo, resta il blasone, il marchio distintivo che accomuna, quello di essere nati e cresciuti in ambienti alto-borghesi, di aver frequentato la medesima società, parlato la stessa lingua che interpreta e giudica il mondo con istinto sicuro e da ampie e luminose balconate.

Ecco, quando ci chiedono cosa intendiamo per classe borghese e per ideologia di riferimento, possiamo fare esempi di questo tipo, precisando tuttavia che oggi la qualità della razza è assai scaduta nella misura in cui s’è impoverita l’arte della conversazione e i suoi temi. Per tacere del resto.


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