giovedì 26 dicembre 2013

Aspettando i Magi


In clima natalizio cerco in internet delle immagini in alta definizione del Corteo dei Magi (Viaggio dei re Magi a Betlemme) di Benozzo Gozzoli, affrescato nella cappella di Palazzo Medici, sito in via Cavour, all’epoca via Larga. Purtroppo non possiedo una monografia del Gozzoli (non ancora), e nella Storia dell’arte del Gombrich è riprodotta una sola parete del ciclo di affreschi. Cercando, dicevo, m’imbatto in questa sommaria descrizione degli affreschi di tale Serena Nocentini (tra l’altro, direttrice dell’ufficio diocesano dell’arte sacra di Arezzo), nel sito ufficiale del “Museo Benozzo Gozzoli”.

E, trattandosi del sito ufficiale, è doveroso partire con una palese cazzata: “Già nel 1442 Papa Martino V aveva concesso ai Medici il permesso di costruire una cappella privata”. Ora, Martino V mi dice poco, ma salta agli occhi che la data non può corrispondere a realtà, in quanto papa Eugenio IV, un pontefice centrale nella storia della prima metà del Quattrocento, regnò a lungo, praticamente per tutti gli anni Trenta e buona parte dei Quaranta (m. 1447). Un papa veneziano, l’Eugenio IV, della famiglia Condulmer, la cui madre era una Correr. Un po’ come dire Colonna od Orsini a Roma, Visconti o Borromeo a Milano, Cutolo a Ottaviano di Napoli, ecc..



Eugenio era nipote, come detto da parte di madre, di papa Correr, ossia di Gregorio XII, il papa al tempo dello scisma e del concilio di Costanza. È stato un papa importante per la storia di Firenze del ‘400 e di Cosimo il Vecchio, e per la strenua lotta sostenuta contro il concilio di Basilea (che voleva stabilire il primato del concilio rispetto a quello del papa). Insomma, senza voler fare sfoggio di una qualche erudizione, per chi conosce pressappoco la storia della prima metà del Quattrocento un papa come Eugenio IV non è proprio un Carneade.

Dicevo un papa importante per la storia di Firenze, perché in tale città, nel 1439, vi fu trasferito il concilio da Ferrara. Un concilio, per il lignaggio e la levatura dei personaggi che vi presero parte, di grande risonanza storica, anche se, com’è noto, privo di effetti pratici. Pertanto, una storica dell’arte, toscana, che scrive di Benozzo nel sito ufficiale del museo, non può non sapere quanto centrale sia stata quella vicenda storica del concilio fiorentino per gli affreschi di cui si parla. E, infatti, almeno di questo sembra avvertita. Poi, leggendo in chiusa il racconto della Nocentini, ti cadono le braccia. L'esperta fa una scoperta epocale, citando la sua collega Ronkey:

«Recenti studi hanno inoltre identificato nel corteo rappresentato da Benozzo un’intenzione propriamente umanistica del tempo, vale a dire quella di rappresentare il “passaggio a Occidente della tradizione bizantina in tutto il suo splendore culturale e artistico. E forse il carattere più esaltante è il vero e proprio ritratto di gruppo che segnala con chiarezza una precisa componente del Concilio: i platonici e i più potenti membri del clan filobizantino.” (S. Ronchey, L’Enigma di Piero, 2006).»

Recenti studi? Suvvia, ragazze, non scherziamo, di recente c’è solo la vostra …. presenza nel campo della critica d’arte. Già in G.F. Young, e quindi siamo ai primi anni del Novecento, sono dedicate pagine e pagine a quest'aspetto del "passaggio", non fosse altro per il grande interesse dimostrato da Cosimo e Pietro (e ben prima dal Petrarca e altri, no?) per il "tesoro" di manoscritti presente a Costantinopoli, tanto da avere sul posto degli appositi emissari ben muniti di mezzi finanziari.

Gli affreschi del Benozzo offrono una dettagliata legenda dei personaggi del concilio fiorentino. Il soggetto religioso è solo un mezzo per illustrare la storia dei Medici, tanto che il dipinto “è da cima a fondo un memoriale molto elaborato di tutto ciò che i Medici avevano fatto fino allora per Firenze” (Young). Ed è perciò che esso è importante e dal punto di vista storico e da quello artistico. Dire che vi compare “forse un ritratto ideale dell’ancora giovanissimo Lorenzo il Magnifico”, significa non aver chiaro di cosa si parla, poiché vi sono ritratti tutti i Medici e poi, tra gli altri, esplicitamente Giovanni Paleologo (secondo dei Re Magi) e il patriarca di Costantinopoli (primo dei Re Magi), ed è proprio Lorenzo a figurare come primo dei Re Magi, cosa che dovrebbe far pensare alquanto i critici d’arte sulla effettiva data di realizzazione del ciclo (Lorenzo prende il posto del padre Pietro il quale era morto nel dicembre del 1469).


1 commento:

  1. fuori tempo massimo, segnalo solouna cosa per me chiarissima dell'ignoranza stilistica dei reggitori dell'arte italiana nello scandalo di aver spacciato per raffaello il dipinto della fornarina di un allievo neppure troppo bravo.
    Se vorrai parlarne potrò ampliare il discorso.

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