martedì 12 novembre 2013

Il cancro? Anzitutto una questione di ore di lavoro perse


A Varsavia è in corso il 19° vertice Onu sul clima. A cosa serva non so, di sicuro non potranno arrestare l’emissione delle sostanze che favoriscono il cosiddetto effetto serra, né gli effetti che ciò provoca sul cambiamento climatico in corso, ossia quelle modificazioni che ormai avvertiamo tutti distintamente.

Diecimila morti nelle Filippine a causa di un tifone (da quelle parti si chiamano così) di violenza straordinaria. Ma poco c’importa, sempre alle prese, come siamo, con i problemi dell’ominide della provvidenza.

Secondo lo IARC (International Agency for Research on Cancer) l’inquinamento dell’aria ha effetti sicuramente cancerogeni. Respiriamo, quando va bene, 400 parti su un milione di CO2, che non dev’essere una buona cosa, tanto è vero che la prima causa di tumore, di gran lunga, è quella al polmone. L’inquinamento atmosferico è la prima causa ambientale di morte in Europa, dieci volte di più degli incidenti stradali.




La città di Padova ha l’aria più inquinata d’Europa, 104 giorni di superamenti dei limiti massimi consentiti nel 2011 e non è andata molto meglio nel 2012, visto che si sono verificati 90 giorni di superamento del limite dell’ozono. Verona, Vicenza e Treviso seguono di poco, la pianura padana è una camera a gas. Per rendersene conto de visu, è sufficiente salire a mezza costa su uno dei monti che fanno da corona: la pianura è sovrastata da una cappa grigia, un cocktail cancerogeno di polveri sottili e ultrasottili, idrocarburi policiclici aromatici, ozono, biossido di azoto, cloruro di vinile, formaldeide, amianto, benzene, eccetera, senza contare, per altri versi, le radiazioni ionizzanti. Nonostante in queste zone piova abbondantemente, ormai con fenomeni tropicali, il cielo raramente è del colore che dovrebbe essere.

La causa – ci dicono – sono le emissioni industriali, trasporto stradale, attività agricole, riscaldamento abitazioni. Manco per il cazzo. Quelle elencate non sono le “cause”, ma i “modi” nei quali avviene l’inquinamento. Le cause vanno cercate nel modello economico di produzione e consumo. Ma non voglio ripetermi che poi annoio soprattutto quelli abituati a trattare le questioni in 140 battute.

Tra i 30 nuclei urbani europei più inquinati, ben 23 sono italiani. Ma, attenzione, delle prime 24 città con l’aria più inquinata d’Europa, solo una non è italiana, Caceres, in Spagna. Infatti, se abitate a Reggio Emilia, Lecco, Pavia, Parma, Monza, Cremona, Torino, Varese, oppure a Taranto, le cose non vanno molto meglio che a Padova o Vicenza.


Il commissario europeo all'ambiente, Janez Potocnik, si dice pronto a rispondere all'emergenza con l'arrivo di nuove regole entro l'anno. Sono decenni che l’Europa emana nuove regole per qualsiasi cose, ma certe situazioni non cambiano e non sono destinate a cambiare, poiché si agisce solo sugli effetti e non sulle cause.

Ed infatti che cosa preoccupa il commissario europeo? «Si tratta - ha aggiunto il commissario Ue all'ambiente - di un costo enorme per la salute dei cittadini e per l'economia, con 100 milioni di giornate di lavoro perse ogni anno, cioè 15 miliardi di euro di produttività in meno. A questi costi vanno aggiunti 4 miliardi di euro in termini di assistenza sanitaria, per i ricoveri». Ecco, è una questione di Pil e di spesa pubblica.

2 commenti:

  1. “La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile” scriveva Corrado Alvaro. Oggi questo non è più dubbio. Abbiamo convinto una generazione che studiare e vivere onestamente sia inutile.
    Siamo un paese di mutilati culturali, nel cuore e nell’animo. Il cinismo ha vinto. Il disimpegno anche. L’io contro la comunità.
    Viviamo in un videogame,non ci sono Persone,ma Avatar,e quando Qualcuno accende la luce, tutti a beccare come polli d'allevamento.

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