mercoledì 28 agosto 2013

«La realtà fisica di Internet è ben distante dalla narrazione mitologica»


Ieri sera volevo collegarmi con il sito del New York Times, ma non c’è stato verso. Molto strano. Allora ho fatto un brutto pensiero e ho cliccato il sito del Washington Post, trovandolo attivo. Ho pensato che non era in atto un attacco informatico come invece avevo temuto dando retta al mio pessimismo (leggi: realismo). E, invece, questa mattina leggo che il sito web del New York Times, il più cliccato media del mondo, era stato oscurato da un attacco esterno di hacker, e così anche l'Huffington Post e USA Today. Naturalmente sono stati accusati hacker pro-Assad !! Com’è prevedibile il mondo in mano a burattinai così poco brillanti.

Quando nel post dell’altro giorno scrivevo che il prossimo conflitto globale non sarà semplicemente combattuto sul piano della contesa terrestre e aero-navale classica, con propaggini extraterrestri (satelliti, ecc.), ma sarà centrale la contesa sul piano delle nuove tecnologie, con un ruolo rilevante della nuova intelligence, di controllo sulle comunicazioni e sullo stato psichico, emotivo, culturale e informativo delle popolazioni in misura inedita rispetto al passato, mi riferivo proprio a questo.

Ma ciò che è accaduto ieri sera sono sciocchezzuole, bagatelle.



Scrivevo in un post del 2 marzo scorso: È vero che ci sono voluti seimila anni per passare dalla ruota all’invenzione del trolley, ma è altrettanto vero che sono bastati alcuni secoli per cambiare radicalmente il mondo come mai nel passato. Ma che cosa sappiamo comunemente di Internet? Si sente anche dire spesso di dematerializzazione per descrivere la separazione tra supporti fisici e contenuti, ma si tratta solo di una delle tante illusioni. I nostri file, foto e video sono duplicati su un disco rigido da qualche parte. Per esempio, nessuno di noi può dire in quale luogo siano immagazzinate le parole che state leggendo, senza contare che sono i proprietari del software a dominare sugli utenti, a utilizzare i nostri dati che affidiamo loro per scopi commerciali vendendoli ad altre società.

Come sempre con qualche mese d’anticipo rilevavo ciò che è noto da molto tempo e che i media hanno poi “scoperto” nel pieno dell’estate a proposito dello spionaggio di massa effettuato da tutti i servizi d’intelligence, ma soprattutto da quelli Usa.

Aggiungevo nel citato post: Siamo dunque abituati a considerare Internet come qualcosa di perso nell’etere, in definitiva d’immateriale. Almeno è questo che molto interessatamente taluni vorrebbero portarci a credere. E invece – come rileva il NYT «la realtà fisica di Internet è ben distante dalla narrazione mitologica, quella per cui si vive in un mondo virtuale e ogni sorta di memoria è stoccata nelle nuvole».

Poi: Globalmente le connessioni a Internet in banda larga su rete fissa sono circa 600 milioni, quindi oltre un miliardo di connessioni su rete mobile (dati Itu del 2011). Oltre il 90% del traffico intercontinentale, voce e dati, transita attraverso la rete di cavi in fibra ottica posati sui fondali marini, per poi diramarsi attraverso le grandi dorsali terrestri e i ripetitori cellulari. Oggi l’intera rete sottomarina raggiunge il milione di chilometri, quasi trenta volte la circonferenza della terra. Ha richiesto l’equivalente di trentacinque anni di lavoro h24. Poche società, la giapponese NTT, l’inglese Global Marine, l’americana Tyco e France Télécom Marine, svolgono il lavoro necessario alla posa sui fondali marini dei cavi della rete, posizionando ogni 70 chilometri circa dei ripetitori di segnali, circa 15mila al costo di 1 milione di dollari l’uno.


Vengo ora al dunque: ecco verso quali obiettivi – più ancora delle basi militari, dei centri industriali, delle vie di comunicazione tradizionali – verrà combattuta, almeno inizialmente, la prossima guerra globale. E ora che abbiamo un qualche barlume su un aspetto saliente della prossima contesa interimperialistica, auguriamoci buona giornata, almeno fino a quando possiamo farlo con questo mezzo inventato per la guerra e che si chiama Internet.

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