domenica 18 agosto 2013

Il grido


Disoccupazione, sottoccupazione e cassa integrazione restano a livelli molto alti, le fabbriche chiudono o trasferiscono le produzioni altrove, anche il turismo è in sofferenza, in alcune zone è proprio in crisi. Il resto è conseguenza.

La borghesia mostra di essere preoccupata di questa situazione ma non è più di tanto in allarme. Finché lo Stato riuscirà a garantire gli stipendi pubblici, le pensioni e la cassa integrazione, non c’è da perdere il sonno. Del resto gli operai e i lavoratori dei servizi sono dispersi, i sindacati divisi e comunque occupati in altro, non c’è più un partito di sinistra, sia pure allineato agli interessi della borghesia. Per il resto si creano illusioni chiamandole fatti.

Tuttavia la situazione interna e internazionale muove verso altri scenari: il nostro 1914 è ancora lontano o forse è già domani? Segnali di conflitto si rilevano nelle dispute commerciali, nel nuovo freddo che attraversa i rapporti Usa-Russia, e in altre situazioni che da un momento all’altro potrebbero degenerare in un’escalation.

Quanto ai ricchi, quelli veri, possono godersi i record di borsa degli ultimi mesi. E finché gli Stati succhieranno il sangue al popolo sovrano possono star certi che anche le obbligazioni verranno onorate alla scadenza. Invece nessuna forza potrà fermare lo sviluppo delle contraddizioni a fondamento del sistema. Serve sempre meno lavoro vivo per valorizzare il capitale, e sempre più lavoro nelle condizioni peggiori. E anche in tal caso il resto è conseguenza.

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Vi è qualcosa d’inquietante in un’epoca dominata dal pettegolezzo e nella quale non si sa nulla d’importante. Gli imperi di oggi non si tengono più con la spada ma con il ricatto. Almeno così credevamo. L’Egitto ci dice che non è più così.


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Come ci si può sbagliare su parecchie cose. Si può sentire un grido per diverse sere provenire dall’altra sponda del Nilo, un grido lungo e ossessionante che pare avere un’origine antica. Mentre ti offrono una sigaretta che rifiuti e bevi un tè alla menta, pensi che forse quel grido ripetuto è un inno al sole che tramonta. Poi, avutane l’occasione, chiedi alla gente del posto di che cosa si tratti e ti senti rispondere che sono le grida di un uomo che chiede di salire sul traghetto.


1 commento:


  1. La scusa classica dei regimi più sanguinari è quella di combattere il terrorismo/caos/disordine. Nel caso dell'Egitto si vede molto bene come i militari abbiano bisogno di alimentare la guerra civile - a botte di centinaia di morti alla volta - per giustificare il loro potere smisurato e salvare il loro bottino che è pari al 30% dell'economia nazionale.

    Ancora io,gianni

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