domenica 12 maggio 2013

Il concilio di Spineto



Il 19 luglio 1943 Mussolini è a Belluno, da dove è giunto in treno da Treviso assieme a Hitler (l’incontro è noto erroneamente come quello di Feltre (*) ). I colloqui che seguiranno in realtà sono dei monologhi dell’austriaco con “Mussolini seduto sul bordo della poltrona troppo ampia e profonda, ascoltava impassibile e paziente con le mani incrociate sulle gambe accavallate”. I pozzi petroliferi di Baku e la città simbolo di Stalingrado sono persi, il Nord Africa è in mano degli alleati che da pochi giorni sono sbarcati in Sicilia. Tuttavia la guerra continua, mancano quasi due anni alla sconfitta dell’Asse. Gli italiani sono al fronte o sfollati, comunque in guerra con lutti e gravi problemi di sussistenza. Intanto a Roma, in quelle ore, 362 bombardieri pesanti B17 e B24 e 300 bombardieri medi (146 B26 e 154 B25), scortati da 268 caccia Lighting, portano la morte a migliaia di persone. Di lì a poche settimane l’Italia intera sarebbe stata messa a ferro e fuoco, decine di migliaia di giovani e meno giovani sarebbero morti combattendo e nella guerra partigiana, o nei lager e di rappresaglia.

Tuttavia vi sono anche quelli che in quei frangenti trovano tempo e modo di riunirsi in un convento. A Camaldoli, per esempio. In quel luogo si sta freschi in luglio, e soprattutto si evitano spiacevoli incontri. Gli ospiti sono cattolici, ovviamente: Ezio Vanoni, Mario Ferrari Aggradi, Paolo Emilio Taviani, Guido Gonella, Giuseppe Capograssi, Ferruccio Pergolesi, Vittore Branca, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Giulio Andreotti, Giuseppe Medici.



Non per pregare si sono riuniti, bensì per vaticinare in un lungo programma le linee guida per la politica economica dell’Italia futura, quella che essi sono certi di governare. Un articolato in 99 punti, molto dettagliato, riproposizione in chiave formalmente plurale del sistema clerico-fascista con la sovrapposizione tra partito, strutture statali, enti pubblici e industrie di stato, burocrazie e benedizione papale.

Oggi non sono più i B17 e B24 a bombardarci. Tuttavia, oggi come allora, il regime è in ginocchio. E non è più nemmeno l’epoca del latino e i conventi e le abbazie hanno subito le trasformazioni imposte dal trionfo del business, e non si discute più di “verità assoluta” alla quale debba rapportarsi “qualunque organizzazione di vita politica, qualunque escogitazione di forme di stato e qualunque partecipazione di cittadini alla vita dello Stato”. Ci si raduna in quei luoghi per fare squadra, spogliatoio. Alle maschere tragiche si sono sostituite quelle comiche. E anche i comici non sono più quelli di un tempo, in frack.


(*) L'incontro avvenne a Villa Socchieva o Pagani-Gaggia, San Fermo, dimora estiva del senatore fascista Achille Gaggia che con Volpi e Cini, due alti gerarchi fascisti, sarà interprete del decollo industriale nel dopoguerra della Sade, poi divenuta Enel, quella del Vajont. In realtà questa villa, luogo dell’incontro tra i due dittatori, si trova a San Fermo, tra Belluno e Sedico, assai più distante da Feltre.

Secondo l’agenzia di stampa Stefani “il Papa ha manifestato il proposito, qualora dovesse verificarsi un'altra aggressione aerea a Roma, il cui carattere sacro nettamente stabilito nei Patti lateranensi a suo tempo ufficialmente comunicati a tutti i governi che ne presero ufficialmente atto, deve essere fuori di discussione, di uscire dal Vaticano senza attendere la fine del bombardamento”. Il Papa era fortemente incazzato con gli alleati anche perché delle bombe avevano colpito il cimitero del Verano e danneggiato la tomba della famiglia Pacelli. Anche la tomba di Petrolini è danneggiata e pezzi del frack, con il quale aveva chiesto di essere inumato. sono sparsi intorno.

1 commento:

  1. Il Ministro della Repressione ha dato l'OK alla denuncia penale di 22 tizi qualunque che sulla pagina dei commenti del blog di Grillo hanno "vilipeso" il Sacro Capo dello Stato.

    Un po' come le squadre naziste che poche ore prima della caduta di Berlino nel 1945, e quindi della fine della guerra, continuavano a fucilare e impiccare i "disfattisti".

    RispondiElimina