mercoledì 24 aprile 2013

Fottuti



Il fatto che in questo paese il 27% delle dichiarazioni dei redditi con modello 730 non versi un euro d’imposte, è più eloquente di qualsiasi editoriale e spiega l’orientamento elettorale meglio di qualsiasi analisi politica.

Non deve perciò meravigliare che per fare una riforma delle pensioni sia stato necessario un governo “tecnico” guidato dal capo europeo della Trilaterale (e ciò detto senza entrare nel merito dei provvedimenti legislativi votati a larga maggioranza dal parlamento).


Non è casuale che alla formazione di un governo dopo le elezioni non sia stato possibile giungere per una serie di veti incrociati, molto pretestuosi come nel caso di Grillo.

Non è un caso che non si sia riusciti a trovare un accordo per l’elezione di un presidente della repubblica appena decente (Rodotà o altri) e che a formare un nuovo governo ci si appresti a riconvocare tal Giuliano Amato (o un suo equivalente), già eminenza grigissima di Craxi e saccheggiatore dei conti correnti dei poveracci.

La delusione è tanta, si può toccare con mano, e tuttavia anche la soddisfazione non manca ed è palpabile (la Borsa è indice). Infatti, gli umori (e molto altro) dipendono dagli ambienti sociali: in un loft centralissimo o in un appartamento sotto mutuo, si vive e si pensa in modi un pochetto differenti.

La società civile, così come intesa da sociologi e politici, e da tutti i ben intenzionati, non esiste. Essa è un’illusione ben alimentata per far credere alla favola degli interessi comuni, al “bene del paese”. Il potere dà solo la falsa carta d’identità delle parole; impone loro un lasciapassare, determina il loro posto nella scala dei “valori” sociali. Ecco perché alcune espressioni fanno gli straordinari e altri concetti sono reietti.

“È un bel colpo dare un significato a una parola – disse Alice pensierosa. “Quando faccio fare così tanto lavoro a una parola – disse Humpty Dumpty  – poi le pago sempre lo straordinario”.

“Ma… un nome deve significare qualcosa?” chiese Alice dubbiosa.

“Quando io uso una parola – disse Humpty Dumpty sdegnoso – essa significa solo ciò che io voglio che significhi”.

“Il problema è – soggiunse Alice – se sia possibile far sì che le parole abbiano significati diversi” (ecco la logica).

“Il problema è – concluse Humpty Dumpty  – chi è che comanda” (ecco il sociale, cioè il politico).

Chi è il padrone sociale in questa materia? Facciamoci un pensierino quando sentiamo parole ed espressioni come “crisi”, “bene comune”, “decrescita”, “responsabilità”, “paese”. Sotto il controllo del potere, il linguaggio designa sempre altro dal vissuto autentico. È precisamente in questo punto che risiede la possibilità di una confusione completa, è nell’organizzazione del linguaggio, del discorso pubblico, della comunicazione imposta dal potere, che si cela l’impostura e l’imbroglio.

È in questo modo che il linguaggio del potere diventa l’unica comunicazione possibile. Chi pensa che su questo terreno le nuove tecnologie si prestino a chissà quali possibilità, sottrazioni e fughe, s’illude. Come diceva quel tale un sacco di tempo fa? L’ideologia dominante è sempre stata l’ideologia della classe dominante.

La presa di possesso del linguaggio da parte del potere è assimilabile al suo impadronirsi della totalità. Fottuti in partenza, caro Beppe, e tu lo sai.



3 commenti:

  1. Gilioli sul suo blog sull'Espresso fa un veloce ma carino ritrattino di alcune delle abitudini sociali del "nuovo" "Presidente" del "Consiglio".

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  2. Gli interessi comuni, il “bene del paese”... e poi c'è la famosa frase "siamo tutti sulla stessa barca". Però i lavoratori sono ai remi e i padroni al timone, rispondo sempre io.
    Potere dell'ideologia borghese. Un mix di paraocchi, ronzii nelle orecchie, sirene di Ulisse, supercazzole alla Tognazzi e bau bau.

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  3. Io non credo che Beppe lo sappia. Beppe è molto più ingenuo di quello che sembra. Dopotutto, mica è un politico.
    E in ogni caso, sì, siamo fottuti.
    Tutto un giro di valzer di settimane per passare a Enrico Letta, tanto per rimanere alle piccole miserie di questo paese.

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