sabato 27 aprile 2013

Coesione d'interessi di classe



Si potrebbe dire, in premessa, che la storia degli ultimi vent’anni s’è incaricata di smentire tutte le analisi che hanno visto nel berlusconismo e nella sua claque elettorale anzitutto uno strato sociale usurpatore e reazionario. Che il berlusconismo rappresenti la sintesi organica di questo paese l’ho già scritto il 4 febbraio 2011:




Le cosiddette opposizioni possono pure andare a casa o in televisione, nei salotti e nelle piazze a raccogliere firme, intanto Berlusconi governa con e senza di loro. Per conferire autorità alle loro dichiarazioni e doglianze, avrebbero bisogno di qualche dignità. E invece hanno avuto cento occasioni per batterlo e in cento e più occasioni hanno preferito l’accordo e gli affari sopra e, soprattutto, sotto il banco. Quando non hanno addirittura governato assieme. Berlusconi, quindi, ha solo ufficializzato ciò che il Parlamento è sempre stato: il luogo di rappresentanza di tutte le logge nazionali, dei masnadieri della finanza, dell’industria, del commercio, dell’evasione, dei traffici, degli appalti, del “pizzo” e dei “pizzini”.

[…] Come dargli torto, del resto, se uno con il suo pedigree si adegua a ciò che l’Italia è sempre stata: un paese in mano alle mafie e ai clan di ogni tipo; del terrorismo di Stato, delle stragi impunite e delle latitanze concordate; delle mille forme di sfruttamento e di accomodamento, della classe dirigente più violenta e corrotta d’Europa; dell’abusivismo, del saccheggio e dell'inquinamento; dei monopoli e della proliferazione burocratica, dei timbri e dei cavilli; della marchetta promozionale a tutte le ore e su ogni frequenza.
No, Berlusconi non ha inventato nulla, egli è la sintesi organica di questo sistema semifeudale che le elezioni e nuovi attori non potrebbero cambiare, se non e al massimo su questioni secondarie. E questo solo spiega il consenso di cui gode. 


* * *

L’incarico che non si è voluto dare al segretario, è stato affidato al suo vice. Il governo che non si poteva fare col 5 Stelle, si è realizzato con il partito del mero proprietario, il cui domestico è vicepremier e ministro dell’interno! E chi hanno messo a fare le riforme? Quagliariello! E dire che non ci dovevano essere le vecchie scimmie nel nuovo spettacolo. Quattro mesi fa erano stati sbattuti nella spazzatura della storia e ora si capisce bene chi li ha fatti uscire da lì.

E dire che il Pd ha la maggioranza assoluta alla camera e relativa al senato. Non era meglio far scegliere il premier a Grillo? È vero che i 5 Stelle sono incapaci di comprendere la dialettica tra movimento reale e teoria, ma se proprio si deve morire, meglio farlo dignitosamente. Non sono di questo avviso i pensatori doppi del Pd.

Vorrei che gli elettori di “sinistra” che hanno dato ancora una volta fiducia al Pd indicassero un solo ministro vagamente di “sinistra” di questo nuovo governo. Prego evitare di riferirsi alla dottoressa Bonino, per decenza. Se qualcuno pensa, putacaso, a Zanonato, evidentemente non conosce il sindaco di Padova, a prescindere dalle sue chiare benemerenze presso la locale curia e delle quali si potrebbe dire con molta cognizione di causa e doviziosi dettagli.

Quando poi un ministro dell'Istruzione, della ricerca e dell'università dichiara che il suo dicastero “deve svolgere un ruolo fondamentale nel far ripartire le speranze del Paese”, vuol dire che siamo allo stesso punto di prima. Questo paese, e la scuola, sono morti di speranze. La sciocchina, invece d’invocare la ripartenza delle speranze, dovrebbe spiegare come intende reperire le ingenti risorse necessarie per gli investimenti nell’istruzione e nella ricerca. Con le riforme a costo zero non si va da nessuna parte, anzi, si torna indietro.

Un esempio: all’inaugurazione dell’anno accademico ha detto, tra l’altro: “A causa del blocco del turn over abbiamo avuto poche possibilità di reclutare nuovi docenti: ci siamo però impegnati al massimo con le risorse e con i pochi strumenti messi a disposizione dalla legislazione vigente ed abbiamo potuto reclutare molti ricercatori che hanno contribuito al ringiovanimento del nostro corpo docente”.

Come conciliare la premessa (“abbiamo avuto poche possibilità di reclutare nuovi docenti”) con l’aulica e soddisfatta conclusione (“abbiamo potuto reclutare molti ricercatori”)? È solo un esempio della fuffa retorica con la quale ci ammantano e che uccide le “speranze” della scuola e non solo di quella.

Non so poi a cosa serva un ministero della “coesione territoriale”, ma diamo per buona la possibilità che sia utile a qualcosa. A capo del dicastero è stato messo un sociologo, quindi potevano metterci chiunque. Il quale illustre professore ha di recente pubblicato un libro dal titolo: Non c'è Nord senza Sud. Si tratta evidentemente di un’intuizione folgorante. Attendiamo con trepidazione il sequel: Non c’è Est senza Ovest. Nel libro, l’accademico sostiene che la crescita dell'Italia si decide nel Mezzogiorno e che il Paese non avrà uno sviluppo solido se nel Mezzogiorno non si avvierà una crescita capace di autosostenersi.

Si capisce perché l’editoria è in crisi, vero? E perché un governo siffatto è una garanzia che nulla potrà cambiare.

PS: Vendola dice che farà "opposizione responsabile" !!!!!!!!!!!!!!!!!!


2 commenti:

  1. Cara Olympe, ho letto l'articolo di Gallino da te segnalatomi.

    E' stato sicuramente istruttivo, ma Gallino fa anche delle affermazioni che me lo fanno qualificare sicuramente come NON comunista!
    Ad esempio quando afferma "La crisi è nata anche per delle storture del modello produttivo", la crisi è nata "anche" per delle storture del modello produttivo? anche?... A me risulta che è il modello produttivo stesso il problema, cioè il capitalismo.
    Francamente, non l'ho trovato granchè l'articolo, anche se l'offensiva del neoliberismo nei confronti del mondo del lavoro, mi era nota.

    Un saluto

    F.G

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    1. era solo per offrirti uno spunto. in circolazione non c'è molto di meglio. ciao

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