giovedì 7 marzo 2013

Non su questo pianeta



È sufficiente digitare il nome di questo blog con quello di un noto politico (Bersani, Veltroni, D’Alema, Mastella, Cacciari, Bertinotti) per verificare che ho scritto spesso di essi in rapporto al loro titolo di studio, alle loro vicende scolastiche. Quando va bene sono laureati in filosofia o scienze politiche. Anche prima delle elezioni valutavo i curricola sia dei capolista grillisti e sia di quelli piddisti del Veneto. Questo a quale proposito? Dirò alla fine.

Per fare il deputato o il ministro non c’è bisogno di particolari competenze. Un ministro deve dare l’indirizzo politico al proprio dicastero, non immischiarsi su come si cura una malattia o si allestisce una camera operatoria. E difatti – in generale – non andiamo dall’assessore alla sanità per una visita, non mandiamo nostro nipote a scuola di musica dall’assessore alla cultura.

Napoleone era un ufficiale d’artiglieria con discrete difficoltà ortografiche, eppure ci ha lasciato delle leggi civili tutt’ora vigenti. Marx ci ha lasciato la più immortale delle critiche dell’economia politica, ma non era laureato alla Bocconi. Anzi, proprio per questo. Guglielmo Marconi mi pare non avesse neppure un diploma, Thomas Mann nemmeno e Benedetto Croce non era laureato. Mussolini era quel torvo individuo che sappiamo, ma ci ha lasciato una legge quadro sulla tutela del patrimonio che è quanto di meglio. Simili esempi potrebbero continuare a lungo. Per contro, vi sono stati ministri con curriculum prestigioso che hanno fatto disastri. Dareste mai a Ghedini, ottimo avvocato, il ministero della Giustizia?

Ciò che desidero evincere, è che quando si leggono i curricula dei politici si ricava in generale l’impressione che se non si fossero dati alla politica difficilmente avrebbero potuto raggiungere posizioni lavorative e sociali di vertice. Ma se non altro, in generale, cioè prima che Berlusconi facesse eleggere i suoi avvocati e le sue accompagnatrici, il personale politico passava attraverso una gavetta e una selezione. Adesso basta iscriversi a un movimento politico e farsi dare l’amicizia (si dice cosi?) da qualche decina di amici o simpatizzanti e chissà, potresti aver risolti molti dei tuoi problemi per il resto della vita. Perché non credo che dopo due mandati al parlamento uno se ne torni tranquillamente a fare il garzone in un negozio di dischi. Non in Italia, non su questo pianeta.


5 commenti:

  1. non c'entra niente ma , oggi , c'è un bell'articolo su di te sul Manifesto !ciao olympe :)

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    1. sì, ci sono due art. della caruso, spero che qualche anima buona passi per l'edicola stasera, se no li leggerò nei prossimi giorni

      grazie per la segnalaz. ciao

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  2. Sì, si dà e si chiede l'amicizia su facebook, mentre si diventa "follower" su twitter; ove ora vado a iniettare questa dose di vaccino contro il morso del consenso digitale dei grilli mannari.

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  3. Quindi, se non ho capito male, qui viene auspicato il mantenimento della professione politica.
    E quando i professionisti della politica smetterebbero di tendere a formare una casta? Credo mai, non su questo pianeta.
    Gli individui che citi (Napoleone, Marx, ecc.) avevano un certo spessore, per cui era ininfluente se fossero diplomati o meno.
    Da tutto questo si può evincere solo che come diceva il tale, non esiste la storia, ma solo la biografia.
    Tutto quello che quest'epoca ha partorito, per ora, è Grillo.
    Questo ti attraversa a nuoto lo Stretto di Messina ... altro che impresa fiumana, questo mica usa l'aereo, ma il suo corpo di anziano allenato. C'è una bella differenza tra i bolsi, grassi o rinsecchiti rapprensentati della vecchia politica e questo orso grigio.
    E soprattutto, è riuscito a bypassare in qualche modo la televisione. Se ne parla sempre, ma lui non c'è mai direttamente.
    Devo dire, mi diverte.
    Anche perché credo che i grillini, se riescono a cominciare a fare qualcosa, non vadano sottovalutati.
    Sono i figli di Report che finalmente possono sfogarsi.
    Viviamo in tempi mooolto interessanti.

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