domenica 24 marzo 2013

I veri poveri in Italia: i padroni



I ricchi in Italia sono lo 0,07 per cento dei contribuenti: esattamente 31.752 su una platea di 41,3 milioni. Ricchi e benestanti sono solo 100mila che è poi lo stesso numero di contribuenti che dichiarano immobili all’estero, per un valore complessivo catastale di 21miliardi di euro. Quelli che hanno pagato la mini-patrimoniale per attività finanziarie all’estero sono stati 71.000, per un ammontare di 18,5 miliardi. Invece sono 483.000 contribuenti quelli hanno dichiarato redditi da affitti avvalendosi della cedolare secca.




Tre milioni d’italiani dichiarano di vivere con circa 50euro al mese, ma il dato più interessante è che il 90% degli italiani dichiara di vivere con meno di duemila euro il mese e di questi oltre il 50% con meno di mille euro. Il 10% degli italiani benestanti risiedono tutti in una sola provincia, la mia, altrimenti non mi spiego certe cose. Ma anche nella vostra provincia, altrimenti non vi spiegate le stesse cose che non riesco a spiegarmi io.

Circa un quarto dei contribuenti (9,7 milioni) dichiara imposta Irpef pari a zero (ripeto: zero). Sono i contribuenti con livelli reddituali compresi nelle fasce di esonero oppure di contribuenti che fanno valere detrazioni tali da azzerare l'imposta lorda.


Con l'addizionale regionale Irpef gli italiani hanno versato per il 2011 poco meno di 11 miliardi di euro (+27% rispetto al 2010), mentre quella comunale è stata pari a 3,4 miliardi di euro (+11% rispetto al 2010). La metà di queste addizionali è pagata dalle classi di reddito più basse.

E ora teniamoci forte: il reddito medio dei dipendenti (comprensivo di sussidi e previdenza complementare) è di 20.020 euro, mentre quello dei padroni è di 18.884 euro.

5 commenti:

  1. Buona domenica delle palme. E grazie, perché stamani, per la prima volta in vita mia, mi sento ricco e opulento: andrò all'inferno?

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    1. ciao Luca, piove e pioverà. per il resto non so risponderti. dovresti chiedere al tuo Francesco che non solo è vicario di pietro ma addirittura di dio e perciò abilitato a sbirciare nel libro dei buoni e dei cattivi soggetti. pare però che ci sia crisi anche all'inferno (sovrapproduzione) perciò facile che dovrai accontentarti del purgatorio.

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  2. E certo, il redito dei dipendenti è assicurato contrattualmente, quello dei datori di lavoro no. Si chiama rischio di impresa ed è normale che in alcuni casi minoritari produca arricchimento, nella restante maggioranza produca minore ricchezza addirittura rispetto ai propri dipendenti.
    Questo avviene da 50 anni.

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    1. Scusi, e allora chi glielo fa fare di rischiare - e di fare i padroni - se in maggioranza diventano più poveri dei propri dipendenti?

      Secondo me viene meglio spiegare queste stranezze con due concetti proprio terra terra: evasione fiscale e false dichiarazioni. Poi sarò io che penso male, eh.

      Sarò io che mi viene l'itterizia ogni volta che sento parole come "sfida" e "rischio", cardini lessicali della neolingua aziendalista che mi ricordano sempre Starace che salta sulla siepe di baionette. Almeno poi Starace, neanche il più colpevole di tutti, è morto fucilato. Un rischio che i rischiatori e gli sfidatori d'azienda corrono poco, si direbbe.

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    2. I numeri sono più ambigui delle parole...nell'interpretarli si può dire tutto e il contrario di tutto. È di evidenza comune però che chi può evade ma è parimenti vero che adesso l'economia non può sopportare nuove tasse.

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