lunedì 19 novembre 2012

Come diceva quella frase di Andreotti ... ?



L’ho scritto solo alcuni giorni fa: ci sono favole per tutte le età. Una delle più seducenti per gli adulti è quella del voto. Lenin chiamava Kautsky “il rinnegato”, ma entrambi su un punto almeno erano d’accordo. Kautsky affermava una cosa semplice ed evidente: non esiste una democrazia in astratto ma esiste solo una democrazia storicamente determinata. Lenin scriveva che la democrazia è il miglior involucro del capitalismo, ossia dello status quo. A essere più precisi, oggi si può dire che la democrazia è il miglior involucro del capitalismo nella fase del dominio imperialista. Se non siete d’accordo su questo, allora andate a votare, continuate a sognare.

Leggo sempre più spesso che se Grillo cinque stelle dovesse attestarsi attorno al 20% dei voti validi (ma c'è chi sostiene che andrà oltre), otterrà alla Camera qualcosa come 130 deputati. Un vero e proprio terremoto politico, si pronostica. Facciamo un po’ di conti: 630 meno 130 dà 500. Quasi un rapporto di uno a quattro. Nessuna proposta del cinque stelle, nemmeno mezza, passerà alla Camera o nelle commissioni se quei 500 o anche solo 315 gli voteranno contro.

Cazzo di paese con la memoria corta. Alla seconda legislatura, nel 1953, nonostante la celebre “legge truffa”, la coalizione formata dalla Dc e dai suoi satelliti non riesce a raggiungere la maggioranza di 50+1 che farebbe scattare il premio di maggioranza (65% dei seggi). La Dc, anzi, perde l’8% dei voti. Una batosta che costerà il posto a De Gasperi al congresso di pochi mesi dopo. Avanzano invece le sinistre. Senza contare i socialdemocratici, comunisti e socialisti hanno alla Camera 217, vale a dire il 37% dei seggi. Ebbene, la Dc con i suoi satelliti continuò a fare il bello e il cattivo tempo.

Nel 1958, alla terza legislatura, comunisti e socialisti conquistano 226 seggi, pari a circa il 38% dei seggi. Seguirono governi con Fanfani, il famigerato Tambroni, ecc. Alla quarta legislatura, comunisti e socialisti fecero eleggere ben 260 deputati, raggiungendo il 42% dei seggi. Fu formato un governo monocolore Dc e, dopo estenuanti trattative, un secondo governo Dc con qualche ministro socialista. Di terremoti politici, neanche a parlarne. Il PCI, salvo la breve parentesi del primo dopoguerra, non fece mai parte di un governo nazionale.

Vorrò poi vedere, come solito, quanta gente col mal di pancia passerà da un gruppo parlamentare ad un altro. Di Pietro ne sa qualcosa. E anche Andreotti: “il potere logora chi non …..”. Non mi ricordo bene come terminasse la frase.

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