domenica 13 novembre 2011

«Governo tecnico sopranazionale, mercatista»



Il governo e la maggioranza, dopo avere rivendicato la propria autonoma capacità di risolvere i problemi del Paese, dopo avere rifiutato l'ipotesi di un impegno comune con altre forze politiche per cercare di risollevare un'Italia in crisi e sfiduciata, hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un «governo tecnico». Le forme sono salve. I ministri restano in carica. La primazia della politica è intatta. Ma le decisioni principali sono state prese da un «governo tecnico sopranazionale» e, si potrebbe aggiungere, «mercatista», con sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York.

In molti siti internet circola uno stralcio simile ma non uguale a quello sopracitato, soprattutto senza l’ultima frase. Il brano manipolato è questo:

Il Governo ”ha finalmente aperto gli occhi e deciso almeno alcune delle misure necessarie” a fronteggiare la crisi. ”Hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un ‘governo tecnico”’. ”Le forme sono salve. I ministri restano in carica. Ma le decisioni principali sono state prese da un ‘governo tecnico sopranazionale’ e si potrebbe aggiungere ‘mercatista”’ (7 agosto, dopo la manovra correttiva al Corriere della Sera)

Come si vede manca l’ultima frase rispetto al testo originale che si può leggere in questo articolo di Mario Monti, il quale sarà l’esecutore, per usare le sue stesse parole, del «Podestà forestiero» (titolo da cui è stato preso il brano in esergo), cioè di un «governo tecnico sopranazionale», «mercatista» e «con sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York». E senza salvare nemmeno le forme.

Naturalmente tra qualche ora si potrà leggere l’editoriale di Eugenio Scalfari, il quale non potrà che plaudere al nuovo governo “tecnico” accompagnando il tutto con il solito ricco bouquet di consigli per la "crescita" che dovrà avvenire ovviamente in uno scenario di "rigore". Quindi appello alla coesione sociale e al senso di responsabilità. Un mazzo di provvedimenti per rassicurare i mercanti tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York, senza citare gli speculatori a vario titolo e gli intrallazzatori di Milano e Roma (di qua e di là del Tevere).

Ma anche Scalfari non potrà tacere il fatto che ogni decisione governativa dovrà passare alla camera, ma soprattutto al senato (dove comandano totalmente Berlusconi e a Lega). Dopo l’ubriacatura e la luna di miele, dopo che lo spread del cazzo sarà tornato a 400 punti, ne vedremo delle belle. Come ho scritto mercoledì scorso “Berlusconi è la sintesi organica di questo sistema che nuovi attori non potrebbero cambiare, se non e al massimo su questioni secondarie”. Che è poi una frase che scrivevo a febbraio scorso (sembra un secolo).

A Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra delle sorti dell’Italia non frega nulla se non come concorrente sul piano commerciale, come mercato per le loro merci e cioè come “espressione geografica” da depredare. Non è “cattiveria”, è il “mercatismo”, come lo chiama super Mario.

Nessun commento:

Posta un commento