mercoledì 2 novembre 2011

Giochi senza frontiere



L’autorità bancaria europea (l'European banking authority, l'organismo dei famosi stress test bancari), istituita quest'anno e con sede a Londra, ha detto la sua: ad essere pericolosi non sono i titoli tossici, cioè le cattedrali di carta straccia sulle quali le banche tedesche e francesi fondano i propri bilanci come se fossero valori attivi, bensì sono da considerarsi pericolosi i titoli del debito pubblico statale. Tutto questo avviene, come ho scritto innumerevoli volte, perché siamo in democrazia, perché quando vai a votare per il parlamento europeo ti senti un cittadino comunitario. Al pari di un tedesco, un danese o un francese. O anche solo di un austriaco.

Quando mesi or sono, oppure l’anno scorso, scrivevo che il problema di questa crisi non è molto diverso da quello degli anni Trenta, a questo mi riferivo. I problemi di quegli anni non sono stati risolti dai trattati. Non quelli fondamentali. Il pericolo maggiore per l’Europa, scrivevo il 19 febbraio di quest’anno, è rappresentato dalla Germania:

Il più grave errore strategico del dopoguerra è stato quello di permettere la riunificazione (in chiave anti-russa) della Germania. Se ne accorgono tardi e ne pagheremo le conseguenze nel tempo. Chi comanda in Europa se non la Germania con al guinzaglio la Francia?  I paesi del Sud Europa sono solo un latifondo da cui la Germania prende solo ciò che le serve, e un mercato dove smaltire, a strozzo, il suo surplus commerciale. È un gioco pericoloso che può far saltare tutto.

Forse per qualche lettore di questo blog saranno sembrate parole esagerate. Oggi avrà cambiato opinione. Se volete, rileggetelo quel post di nove mesi fa, c’è già tutto quello che oggi scrivono i giornali. Forse non sapevano queste cose? Certo che le conoscevano, ma aspettavano di vedere da che parte tirava il vento, da che parte stava il padrone.

La Germania per sopravvivere è costretta a sottomettere gli altri paesi. Hitler e quelli che l’hanno portato al potere (non solo tedeschi) hanno provato con i carriarmati, la Merkel e i banchieri tedeschi (ma non solo tedeschi) ci riescono con un’operazione finanziaria “diabolica”, come dice Prodi. Tra cattolici sanno di cosa parlano.

Il 23 maggio scrivevo:

Il riformismo bollito, in salsa zapaterista, ha fallito. Gli “indignati” possono tornare a casa, i tagli alla spesa pubblica già decisi e attuati dalla “sinistra” per evitare la deriva greca saranno irrobustiti dalla destra non appena tornerà al potere. A guadagnarci sono i banchieri, i rentier. In Italia, forse, succederà il contrario: alla destra succederà la sinistra. È il gioco delle parti. Carta vince, carta perde, ma le carte sono truccate come il gioco. I governi nazionali non possono fare più nulla, sono ostaggio della Bce, della bancocrazia, delle agenzie di rating (e di chi le comanda, cioè gli stessi).

È l’Europa del capitale finanziario, dei padroni, non l’Europa dei popoli come vuol far credere la propaganda. Nazionalizzare le banche, tassare le rendite e i patrimoni, cancellare le spese militari, azzerare le privatizzazioni, smantellare la burocrazia, insomma prendere dei provvedimenti di salute pubblica non è possibile senza dover buttare all’aria tutto. E per farlo non basta qualche sit-in in alcune piazze europee.

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