martedì 2 agosto 2011

Il nemico ucciso in azione



Il periodico statunitense The New Yorker ricostruisce quanto è accaduto in occasione del blitz dei Navy SEAL ad Abbottabad, in Pakistan, e cioè l’esecuzione a sangue freddo di Osama bin Laden. Gli inquilini della Casa Bianca seguivano in diretta quanto avevano ordinato di fare:

«Gli americani si sono affrettati verso la porta che conduceva nella stanza da letto. Il primo SEAL ha aperto la porta. Due delle mogli di bin Laden gli si sono piazzate di fronte. Amal al-Fatah, la quinta moglie dello sceicco del terrore, gridava in arabo. Sembrava volesse caricare i soldati; il SEAL le ha sparato al polpaccio – scrive il periodico – temendo che le altre donne potessero indossare giubbotti esplosivi, le spostava di lato [...] un secondo SEAL entrava e puntava il laser a infrarossi del mirino del suo M4 al petto di bin Laden che si bloccava, era disarmato [...] il primo proiettile, da 5,56 millimetri, colpiva bin Laden al petto. Mentre cadeva all’indietro, il soldato sparava un secondo proiettile in testa, colpendolo sopra l’occhio sinistro. Sulla radio, annunciava, “per Dio e il Paese –Geronimo, Geronimo, Geronimo. Geronimo E.K.I.A. (Enemy Killed in Action, il nemico ucciso in azione)”».

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