martedì 19 luglio 2011

Non è marxista, ma è disinvolto

-->
Nel suo libro, Bentornato Marx (1), Diego Fusaro, nel quarto capitolo della prima parte, a pagina 30, inserisce in esergo questa citazione: «Tutto quello che so è di non essere marxista» (Karl Marx). Nessuna indicazione bibliografica. Poi, invece, nel tentativo di dimostrare che Marx «non è affatto il fondatore della dottrina storicamente rubricata sotto la voce “marxismo”», a pagina 39 scrive:

«Pochi anni dopo [Marx], di fronte alle vicende del movimento che a lui si richiamava (benché egli si occupasse ormai più di studi antropologici ed etnologici che di attivismo politico), ebbe modo di pronunciare un’altra frase rivelatrice della sua distanza da ogni orizzonte teorico e pratico improntato a una visione dogmatica: “tutto quello che so è di non essere marxista” (“Alles, was ich weiß, ist, dass ich kein Marxist bin”)».

Riferimento bibliografico di Fusaro: “Cfr. Engels, lettera a C. Schmidt del 5 agosto 1890, in MEW, XXXVII p. 450. Traduzione nostra”.

Cazzo, dirà il lettore, come faccio a verificare se quello che dice Fusaro è vero, dove la trovo la Marx-Engels Werke? e soprattutto: è scritta in tedesco! Niente paura, esiste la traduzione italiana della lettera di Engels nel XLVIII volume della MEOC (Marx-Engels Opere Complete, Editori Riuniti), a pagina 465. E cosa scrive Engels?

«Proprio come diceva Marx dei “marxisti” [virgolettato di Engels] francesi della fine degli anni ’70: “Tout ce que Je sais, c’est que je ne suis pas marxiste”» (2).

Come ho già documentato ampiamente in questo post, Engels si riferisce ad un contesto e a una polemica ben precisi, non in generale al movimento socialista che riconoscendosi in Marx si definiva marxista, ma proprio a quel “marxismo” francese che si presentava non già “dogmatico” ai principi del marxismo, ma viceversa poco aderente alle posizioni di Marx ed Engels.

Sul fatto che Marx in quegli anni non si occupasse quasi più di attivismo politico, in parte è vero ed è a causa del suo stato di salute e delle gravi condizioni della moglie Laura; ma è altrettanto vero che egli era informato di tutto e, entro certi limiti, si occupava attivamente delle questioni politiche. È prova di questo la sua corrispondenza (pensiamo a quella con Vera Zasulich, 1881-‘82, che gli costò non poco lavoro di ricerca sulla obščina russa), ma anche la stessa ricostruzione dell’episodio nel quale avrebbe pronunciata la ormai famosa frase tanto cara agli anti-marxisti di poco prezzo. Infatti, in riferimento alle turbolenze dei marxisti francesi, Marx prese le distanze dal marxismo “particolare” di alcuni esponenti del Partito operaio francese (Malon e Brusse, piuttosto che contro Guesde e Lafargue, anche se a questi ultimi rimprovera certe "stupidaggini"), tanto che il 15 febbraio 1882, cioè un anno prima della morte, Marx aveva avuto un lungo colloquio a Parigi con Guesde e altri sulle questioni relative al movimento operaio francese.

Sulla questione del rapporto tra Marx e il marxismo mi riprometto di ritornare in seguito con un argomento, di carattere storico, che ritengo decisivo e totalmente e volontariamente ignorato da Fusaro (uno che ignora la teoria della crisi e la legge sulla caduta tendenziale del profitto, può ben ignorare altre cose). Al momento osservo solo che Marx non prese mai pubblicamente posizione contro il movimento socialista rivoluzionario d’ispirazione marxista attivo in quegli anni. Non perché tutto filasse liscio (lo dimostra, tra l’altro, la Critica al programma di Gotha) ma perché sia Marx, sia Engels, sapevano bene che essi avevano affrontato ed esaminato quelle questioni che erano più importanti dal punto di vista dell’impostazione dei princìpi, e quanto alle questioni politiche immediate era loro ben noto – come osservò più tardi lo stesso Lenin – che se gli assiomi della geometria urtassero gli interessi degli uomini, si cercherebbe in ogni modo di confutarli.


(1)  Tascabili Bompiani, 2010.
(2)  Fusaro ovviamente conosce bene l’esistenza della MEOC, tanto è vero che egli la cita nel suo libro. In questo caso sembra sconoscerne l’esistenza, così come sembra sconoscere il contesto esatto in cui Engels riferisce che tale frase fosse stata pronunciata da Marx. E un modo frequente di operare di Fusaro che mi porta ad adombrare l’ipotesi che il giovane autore abbia ricevuto consistenti “contributi esterni” per la redazione della sua opera. E di più su questo punto non voglio dire.

2 commenti:

  1. Interessante! Ma una domanda: indipendentemente da quanto ne dice Fusaro, si può dire Marx abbia consapevolezza del fatto che la sua critica dell'ideologia rischia di risolversi essa stessa in ideologia? Questo capovolgimento è già attivo nei suoi scritti o è piuttosto il risultato del lavoro di sistematizzazione dei suoi eredi?

    P.S. Ovviamente il termine "rischio" porta con sé un giudizio di valore che è mio personale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ottima domanda. certo che se ne rende conto.

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2011/01/je-ne-suis-pas-marxiste.html

      per il capovolgimento leggi gli ultimi post:
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/cenni-sul-metodo.html
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/la-liberta-come-prodotto-dello-sviluppo.html
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/la-bonta.html
      saluti

      Elimina