martedì 14 dicembre 2010

314, morto che parla



Lo davano per morto anche nel dicembre 2007, ed invece il moribondo tiene, con grande scorno di coloro che con l’ombrello aperto vorrebbero celebrarne le esequie.
Domenica 7 novembre, a commento della solita omelia scalfariana, osservavo in questo post:
Scrive il grande scacchista della domenica:
Se volessimo adottare a mo' d'esempio il gioco degli scacchi, direi che lui [Berlusconi] è il re che lotta per evitare lo scacco matto, Fini è la regina avversaria che può muovere in molte direzioni, Bossi gioca con una torre in difesa del re. Alfieri e cavalli distribuiteli come vi pare tra gli altri comprimari della partita, tenendo presente che molti di quei pezzi sono stati eliminati dalla scacchiera.
Scalfari evidentemente non tiene conto dell'esatto valore dei pezzi, il quale dipende dalla loro potenzialità dinamica, dalla loro posizione in un determinato momento della partita. Il tempo s’incaricherà di dimostrarglielo anche a proposito di Berlusconi. Ad ogni buon conto sembra ignorare che i finali di partita, in genere, si giocano prevalentemente con i pedoni. Cioè con i voti, compresi quelli in Parlamento. Perciò la partita è ancora aperta, apertissima. E soprattutto non è una partita secca, si tratta di un torneo che dura da sedici anni, dove la regina della battaglia è sempre stata la Lega.

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