lunedì 26 luglio 2010

Le cose che contano


Mentre la Fiat si sgancia da Finmeccanica per avere le mani libere in sede di contratti (cioè di ricatti), e intanto che i massimi dirigenti politici italiani si fanno la guerra a colpi di comunicati su questioni dozzinali (per usare un eufemismo), il cancelliere Angela Merkel è stata, durante la terza settimana di luglio, in visita in Russia, in Kazakistan e poi in Cina. Era accompagnata da una folta delegazione di politici e imprenditori. Una riunione ministeriale tra la Germania e la Russia si è svolta a Ekaterinburg negli Urali, dove sono stati discussi grandi progetti economici e firmati accordi industriali.
Il viaggio della Merkel segue le critiche feroci alla sua politica estera, accusata di trascurare in particolare i rapporti con la Russia.
In un'intervista al Berliner Zeitung, l'esperto di questioni russe della Deutsche Gesellschaft für Politik Auswärtiges (Società tedesca per la politica estera), Stefan Meister, ha detto che da quando è salita al potere la coalizione CDU-FDP ( Democratici cristiani - liberali) "La Russia è stata retrocessa nella lista delle priorità della politica estera tedesca”.
Anche il corrispondente per la rivista Der Spiegel a Mosca, Matthias Schepp, non era molto entusiasta circa lo stato delle relazioni tra Germania e Russia. Ha detto che, nel frattempo, Francia, Italia e Stati Uniti si erano avvantaggiati nelle relazioni commerciali con la Russia.
Secondo Schepp, le aziende tedesche si sono lamentate ad alta voce per la "mancanza di sostegno politico da parte di Berlino. Mentre il commercio franco-russo è aumentato del 250 per cento, nonostante la crisi finanziaria, l’interscambio con la Germania è diminuito".
L'articolo di Spiegel cita i seguenti fatti: il gigante francese GDF Suez Energy ha acquistato il nove per cento del gasdotto russo-tedesco nel Mar Baltico; inoltre l'industria nucleare francese è chiaramente sul punto di superare quella tedesca, mentre l'Agenzia federale russa per l'energia atomica (Rosatom) ha appena firmato un accordo con il gruppo francese EDF. Invece la collaborazione tra Siemens e Rosatom ha registrato un rallentamento.
L'ex cancelliere Gerhard Schröder, presidente del Consiglio di Sorveglianza del Nord Europea Gas Pipeline Company (WME), cioè del gasdotto del Mar Baltico, ha criticato il governo Merkel  per la sua "mancanza di idee".
Sotto la pressione di questi commenti e anche a causa degli effetti economici e politici della crisi finanziaria il governo Merkel ha usato il viaggio Russia e in Asia per rafforzare i rapporti e riguadagnare il terreno perduto.
A tal fine, la Merkel ha riunito una delegazione composta da autorevoli rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari del Bundestag (il parlamento) e, per la prima volta, il leader della Confederazione tedesca dei sindacati (DGB), Michael Sommer.  Circa 25 i rappresentanti del settore economico e industriale tra cui Tom Enders (Airbus), Peter Löscher (SIEMENS), Johannes Teyssen (EON) e Martin Winterkorn (VW).
Sulla stampa sono stati descritti in dettaglio i contratti principali e gli interessi commerciali: l'obiettivo delle società tedesche è quello di vincere una cospicua porzione di contratti per il potenziamento delle reti di energia russa, la ristrutturazione di industrie inefficienti e lo sviluppo di un patrimonio edilizio russo fatiscente. Nei prossimi anni, Siemens fornirà 220 treni regionali per un valore di 240mln di euro, la modernizzazione dei cantieri ferroviari fino a 600mln di euro, mentre Airbus consegnerà aerei per valore di due miliardi di euro. Medvedev ha annunciato un' "alleanza di modernizzazione" con l'UE nella quale la Germania giocherà un "ruolo centrale".
Insieme con i grandi industriali, molti elementi dell'élite politica tedesca, i quali insistono per una più stretta cooperazione con la Russia in materia di politica di sicurezza. In un articolo pubblicato la scorsa settimana dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung, l'ex ministro della Difesa tedesco Volker Ruhe (CDU) e l'ambasciatore russo Dmitry Rogozin hanno auspicato l’adesione della Russia nella NATO, un’ipotesi contenuta in un documento strategico pubblicato nel mese di giugno a seguito di un seminario a Berlino dal Bundesakademie Sicherheitspolitik (Accademia federale per la politica di sicurezza).
Una più stretta cooperazione lungo l'asse Berlino-Mosca non è esente da polemiche. Nella seconda settimana di luglio, l'ex vice-cancelliere e ministro degli Esteri Joschka Fischer (Verdi) ha scritto un articolo nella Süddeutsche Zeitung ove critica la politica estera della Merkel, accusata di trascurare irresponsabilmente la cooperazione con la Turchia e quindi di ledere gli interessi strategici della Germania.
Secondo Fischer, la Turchia, è in "una posizione geopolitica perfetta, in una delle aree chiave della politica mondiale", in particolare per quanto riguarda la sicurezza europea. "Senza la Turchia, l'Occidente non sarebbe" in grado di intraprendere iniziative "importanti in regioni come il Mediterraneo orientale, l'Egeo, i Balcani occidentali, la regione del Mar Caspio , Caucaso meridionale, Asia centrale e Medio Oriente. Una più stretta cooperazione con la Turchia non può essere evitata "se si cercano alternative alla crescente dipendenza dell'Europa dalle forniture energetiche russe", scrive l'ex ministro degli Affari Esteri.
Fischer ha riassunto le sue critiche come segue: "Invece di collegare la Turchia il più possibile verso l'Europa, la politica occidentale si getta nelle braccia della Russia e Iran! " .
In effetti si tratta di una critica correlata al ruolo di Fischer come consulente per il progetto di gasdotto Nabucco, in cui è coinvolto anche gruppo tedesco REW.
Come si vede, Gerhard Schröder, Fischer e tutti gli altri, hanno le mani in pasta neli affari dei grandi monopoli industriali e dell’energia. Le dispute “ideologiche” solo una variabile per il parco buoi.





Nessun commento:

Posta un commento