lunedì 5 luglio 2010

Dov’è che avrebbe sbagliato?


Il quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung scrive, a proposito dell’attuale coalizione governativa tedesca, che ogni "questione politica è ormai una questione di potere".  In Germania come in Italia, e così ovunque. Il giornale teutonico vuol semplicemente dire che è in atto tra le varie fazioni  della borghesia una lotta per determinare l’entità, i modi e i tempi dello smantellamento dello stato sociale in crisi. Da noi è lo stesso film, interpretato però da attori comici. Un governo che propone l’ennesima riforma delle pensioni, poi smentisce dicendo che si è trattato di un errore (il tutto nello stesso giorno in cui il Corriere pubblica le tabelle con i nuovi requisiti età-contributi); quindi l’annuncio del taglio delle tredicesime, un emendamento a suo volta smentito, ma al cui interno c’era anche la soppressione degli aumenti per le promozioni di carriera (che poi era il vero obiettivo: raggiunto). Intanto, dopo la messa al bando dei contratti degli statali per tre anni, è prevista l’introduzione della “mini-naja”, un altro modo per sprecare soldi pubblici a vantaggio dei soliti appaltatori del ministero difesa. Questo dimostra, una volta di più, la strategia che informa i “tagli”, cioè una manovra che è anzitutto ideologica.

La borghesia è divisa ma l’obiettivo primario resta sempre quello: risolvere la crisi a spese di salariati e pensionati. Da una parte i ricchi sempre più ricchi, dall’altra i poveri sempre più poveri e la classe media che boccheggia. Dov’è che Marx avrebbe sbagliato?

2 commenti:

  1. Nessuno ha il coraggio e la forza intellettuale di criticare Marx sul piano dell'analisi economica.
    E' sul piano politico che lo criticano. Ossia: il capitalismo che oscilla fra guerre e crisi, la ricchezza di pochi e la miseria (relativa o assoluta) di molti, sono dati di fatto che vanno accettati. Gli oppressi non devono osare nemmeno il pensiero di una società senza oppressori.

    GC

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