giovedì 13 maggio 2010

Tagliatori di teste


Il gotha economico e politico internazionale, terrorizzato dal crollo, è costretto a prendere atto delle contraddizioni più macroscopiche del sistema, e non potendo eliminare i fattori reali della crisi economica, né mettere freno alla speculazione finanziaria, ha un’unica strada: un piano di forte ristrutturazione del debito da far pagare ai soliti noti, cioè a coloro che non possono sfuggire alla rete fiscale e dei tagli sociali.
Difficile dire cosa succederà nel dettaglio nei prossimi mesi in Italia, ma c’è da star sicuri che le condizioni di vita e di lavoro per larga parte della popolazione, salariati e pensionati, non potranno che peggiorare. Dopo aver ridefinito negli ultimi decenni i rapporti di forza, si tratta ora di accelerare  a tutto campo nel cosiddetto welfare e di rimodulare la spesa pubblica locale, con tutti i rischi che ciò comporta sul piano della pace sociale da un lato, e dei rapporti di forza parlamentari dall’altro. La guerra in corso, poiché di guerra si tratta, non è più solo per bande, ma di tutti contro tutti, a colpi di rivelazioni e dossier. Nei momenti più acuti della crisi sociale, si potrà assistere a una nuova resa dei conti? L’Italia, anche dal punto di vista economico, è troppo importante, non è la Grecia e nemmeno la Spagna. E non fa bene alla salute essere troppo amici di Putin e ambire ad un proprio ruolo in politica estera.
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Effetti della crisi

Background
There is widespread concern that the present economic crisis, particularly its effect on unemployment, will adversely affect population health. We investigated how economic changes have affected mortality rates over the past three decades and identified how governments might reduce adverse effects.
Methods
We used multivariate regression, correcting for population ageing, past mortality and employment trends, and country-specific differences in health-care infrastructure, to examine associations between changes in employment and mortality, and how associations were modified by different types of government expenditure for 26 European Union (EU) countries between 1970 and 2007.
Findings
We noted that every 1% increase in unemployment was associated with a 0·79% rise in suicides at ages younger than 65 years (95% CI 0·16—1·42; 60—550 potential excess deaths [mean 310] EU-wide), although the effect size was non-significant at all ages (0·49%, −0·04 to 1·02), and with a 0·79% rise in homicides (95% CI 0·06—1·52; 3—80 potential excess deaths [mean 40] EU-wide). By contrast, road-traffic deaths decreased by 1·39% (0·64—2·14; 290—980 potential fewer deaths [mean 630] EU-wide). A more than 3% increase in unemployment had a greater effect on suicides at ages younger than 65 years (4·45%, 95% CI 0·65—8·24; 250—3220 potential excess deaths [mean 1740] EU-wide) and deaths from alcohol abuse (28·0%, 12·30—43·70; 1550—5490 potential excess deaths [mean 3500] EU-wide). We noted no consistent evidence across the EU that all-cause mortality rates increased when unemployment rose, although populations varied substantially in how sensitive mortality was to economic crises, depending partly on differences in social protection. Every US$10 per person increased investment in active labour market programmes reduced the effect of unemployment on suicides by 0·038% (95% CI −0·004 to −0·071).
Interpretation
Rises in unemployment are associated with significant short-term increases in premature deaths from intentional violence, while reducing traffic fatalities. Active labour market programmes that keep and reintegrate workers in jobs could mitigate some adverse health effects of economic downturns.
The Lancet, vol. 374, p. 315-323, luglio 2009.



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