lunedì 22 marzo 2010

Il paese dei banditi





Ora finalmente ho rinunziato a molte cose,
e specialmente allo stato,
come a un pensiero ozioso,
perché ho compreso
che è tutto un accodo,
un accordo di bestie di colore diverso.
[…]
Che gente mai è venuta fuori ora?
Che stirpe mai?
Vigliacco su vigliacco
E codardo su codardo.
[…]
Che importanza ha
A quale ceffo
Affluiscano in tasca i capitali.
Mi fanno schifo gli uni e gli altri.
Tutti loro
Sono una classe di banditi e rapinatori.
[…]
Non è un paese, ma un totale bivacco.
Per gli uni – giacimenti d’oro,
per gli altri – tenebra impenetrabile [*].

* * *

Atmosfera d'altri tempi a palazzo Cusani, sede milanese del Circolo ufficiali dell'Esercito, per il Gran ballo delle Cinque giornate. Obbligatorio per le dame e i cavalieri della Società di danza milanese - come da programma - l'abito ottocentesco (la Repubblica).

[*] Sergej Esenin, Il paese dei banditi, Einaudi.

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